Abruzzo vs Trentino e gestione degli orsi

Abruzzo vs Trentino e gestione degli orsi: mai come in questo periodo sta emergendo il divario tra la cattiva gestione della fauna selvatica portata avanti dal Trentino, una vera spina nel fianco per la regione, dove gli abbattimenti degli orsi sono l’opzione più gettonata dalle autorità, e l’efficiente ed equilibrata gestione dell”Abruzzo, dove la delicata questione è diventata il fiore all’occhiello della regione che ha reso possibile una pacifica convivenza con questi forti e splendidi animali.

Piano regolatore

In Abruzzo è stato messo in atto un piano regolatore, dopo un’accurata e costante osservazione delle specie selvatiche e dei loro comportamenti, sono state create delle aree protette dove l’influenza e il conseguente disturbo della specie umana sono stati notevolmente limitati.

Zone di riserva integrale o di riserva generale, sentieri off limits, cani sempre al guinzaglio. Esistono sentieri che possono essere percorsi a cavallo, in bici o a piedi, e altri no. Disciplina e regole ferree introdotte con intelligenza e responsabilità per evitare alla specie umana, notoriamente più invasiva, di disturbare e spaventare i selvatici nel loro ambiente naturale già fin troppo abusato dall’uomo.

Nella Zona A del Parco si può andare solo a piedi e solo percorrendo i sentieri escursionistici segnati in rosso e bianco. Ma è vietato uscire dal tracciato e portare cani, cavalli e qualsiasi altro tipo di animale al seguito.

Con questo efficace e facilmente attuabile sistema anche gli orsi hanno imparato a tenersi alla larga dai luoghi maggiormente battuti dagli uomini.

In Trentino questi preziosi accorgimenti non sono mai stati attuati, nè presi in considerazione. Ridurre la capacità di movimento degli escursionisti è l’unica soluzione per limitare o addirittura azzarare i pericoli di fatali incontri con i plantigradi che, non dimentichiamolo, sono i legittimi abitanti dei boschi.

Life Ursus

Gli orsi In Trentino si erano quasi estinti ma tra il 1999 e il 2002 sono stati reintrodotti grazie ai finanziamenti dell’Unione Europea. Con il progetto Life Ursus sono stati inseriti nel territorio 10 esemplari provenienti dalla Slovenia. Ricordiamo che questi orsi erano poco abituati al contatto con gli esseri umani, perché nelle loro zone d’origine il territorio, a differenza del Trentino, è poco antropizzato.

Discorso differente invece per l’orso bruno Marsicano che vive nel Parco Nazionale di Abruzzo Lazio e Molise: PNALM. L’orso Marsicano è più abituato alla presenza umana e nel tempo si è adattato ad una schiva e pacifica convivenza.

In Trentino le istituzioni hanno usato e manipolato la presenza degli orsi quasi esclusivamente per motivi politici di mera propaganda, senza curarsi del benessere di questi meravigliosi animali, trattati come oggetti senza valore.

Mentre in Abruzzo la presenza degli orsi è diventata un valore aggiunto per la regione. L’orso è divenuto un bellissimo simbolo del territorio, una piacevole e inconsueta attrazione turistica.

Problemi e tensioni a causa dei plantigradi ci sono state anche in Abruzzo. Sono emersi specialmente con la popolazione locale, soprattutto allevatori, ma c’è stata sempre da parte delle istituzioni la volontà di venire incontro al malcontento dei pastori che hanno ricevuto rimborsi per tutti i capi di bestiame perduti.
Tutto si riduce al denaro quando si parla di animali da reddito. Oltre agli indennizzi sono state applicate altre misure di contenimento: recinti elettrificati, dissuasori acustici, pollai anti intrusione.

Abbattimenti in programma

In Trentino il presidente della provincia Maurizio Fugatti ha abbracciato come unica iniziativa quella dell’eutanasia, non limitandosi alla sfortunata Jj4, rea di aver difeso i suoi cuccioli e il suo habitat ma ha aggiunto alla sua personale lista nera altri 3 orsi: Mj5, M62 e F43. Per la soppressione di Mj5 l’Ispra ha già dato parere favorevole, il destino di M62 è in attesa di valutazione.

L’idea è quella di ridurre la popolazione in esubero dei plantigradi da più di 100 esemplari presenti attualmente nel territorio a 50. Gli orsi In “eccesso” sarebbero all’incirca 70. Un’ulteriore mancanza della regione Trentino che in tutti questi anni non ha tenuto sotto controllo la riproduzione di questi animali ma ora, tutto ad un tratto, l’urgenza è quella di “sbarazzarsene.”

Alcuni di questi orsi non sono aggressivi ma, al contrario, avrebbero preso troppa confidenza con l’ambiente antropizzato. Dove basterebbe gestire con intelligenza i rifiuti e lasciare agli orsi più spazio vitale e tranquillità tra le loro montagne, limitando la libertà di movimento degli escursionisti e dei loro animali domestici.

Ma, quando l’unica opzione valutata è la soppressione, quando si percorre la strada della violenza e della sopraffazione, viene meno prima di tutto l’umanità. Non esistono problemi irrisolvibili ma solo cattiva volontà e soluzioni di comodo che non rispettano la vita ma la riducono a statistica e a subdolo intrallazzo politico.

Melania Corradini

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