Alimentazione 100% vegetale: ecco le risposte che cercavi. Abbiamo posto alcune domande alla dottoressa Sabina Bietolini, PhD, biologa nutrizionista, che ringraziamo per averci concesso questa intervista.
Buongiorno dottoressa Bietolini, benvenuta su Essere Vegan! Prima di iniziare con le domande generali, vorremmo sapere qualcosa di lei: da quanto tempo segue un’alimentazione 100% vegetale e che cosa l’ha spinta a compiere questa scelta?
Ho deciso di abbandonare carne e pesce circa 35 anni fa, poi nel giugno 1999 ho scelto vegan. Il motivo è stato esclusivamente etico: a vent’anni, all’università, la mia materia preferita era zoologia ed un giorno mi dissi “amo tanto gli animali, adoro persino gli invertebrati, ma come posso mangiarli? Che incoerenza è questa?”
Secondo lei, l’uomo è onnivoro?
A questa domanda non si può rispondere con una propria opinione: esistono studi e ricerche scientifiche ancora in corso, ma che già hanno comunque dimostrato che la nostra natura corrisponde al “raccoglitore”, che quindi non può essere definito onnivoro, e ovviamente neppure frugivoro. Noi siamo animali che possono, come gran parte degli animali, sopravvivere anche mangiando cibi non adeguati alla nostra fisiologia, ma sopravvivere NON è vivere. Se cerchiamo la prevenzione ed il benessere dobbiamo orientarci verso una dieta vegetale, ricca di componenti crude, perché ciò corrisponde alla nostra natura.
Quali sono i rischi per chi consuma carne e prodotti di derivazione animale? Quali sono i vantaggi di una dieta vegetale?
I rischi associati al consumo dI prodotti animali riguardano innanzitutto le principali patologie croniche: cardiovascolari, oncologiche, diabete e non mancano di estendersi a tutte le problematiche legate all’infiammazione, promossa dai prodotti animali. Inoltre, tali prodotti concentrano gli inquinanti, non solo metalli pesanti, ma anche fitofarmaci contenuti nei mangimi e anche i noti interferenti endocrini, responsabili di molteplici condizioni quali obesità, cancro, squilibri tiroidei ed ormonali
Una dieta 100% vegetale offre, al contrario, protezione per le stesse problematiche per cui i prodotti animali sono un rischio, secondo quanto emerge dalla letteratura scientifica degli ultimi 30 anni, il che dovrebbe far riflettere. In sostanza è emerso che minore è il contenuto di prodotti animali e maggiore è la protezione offerta dalla dieta.
Come dovrebbe avvenire il passaggio da dieta onnivora a 100% vegetale? Bisognerebbe prima eliminare solo la carne, lasciando però i derivati (uova, latte e formaggi), oppure si può effettuare subito il “salto”?
Ognuno segue il proprio istinto e le proprie motivazioni. Alcuni cambiano dieta da un giorno all’altro, mentre per altri il processo richiede vari step. Dipende da vari fattori, tra cui lo stile di vita, l’accesso ad informazioni corrette, le relazioni che circondano la persona e il carattere di ognuno. Va tutto bene, l’importante è cambiare strada, avvicinandosi ad un equilibrato rapporto con la natura, che non è al nostro servizio.
Sarebbe meglio farsi seguire da un nutrizionista?
Senza dubbio!! Tutti nasciamo onnivori e dobbiamo imparare a considerare il cibo per le sue potenzialità verso la nostra salute. Perciò farsi guidare nel mondo dei tanti cereali, legumi, verdure è davvero un’avventura tanto affascinante quanto importante per la salute.
Questo tipo di dieta è adatto a ogni fascia di età?
Qualsiasi fascia di età e qualsiasi condizione fisiopatologica può beneficiare di una dieta 100% vegetale, che rispettando la nostra struttura anatomo-fisiologica, può essere declinata in molte modalità al fine di adattarsi alle diverse situazioni. Le raccomandazioni sono due: no al faidate, occorre affidarsi ad un nutrizionista, realmente esperto sul tema e valutazione dei parametri ematici che sappiamo possono essere a rischio, per poter intervenire estemporaneamente qualora insorgano carenze. Analoga raccomandazione la rivolgerei agli onnivori, che nascondendosi dietro a “mangio di tutto”, sono spesso coloro che hanno le maggiori carenze, poco attenti ad una dieta equilibrata, facendosi guidare da moda e pubblicità.
Quali potrebbero essere i vantaggi o gli svantaggi di uno svezzamento privo di proteine animali? Quali sono quelli di uno svezzamento onnivoro?
Uno svezzamento impostato secondo la fisiologia dell’Homo sapiens non può che essere 100% vegetale ma ovviamente ha necessità di soddisfare alcuni criteri in termini di strategie nutrizionali e di rispetto delle necessità biologiche del lattante affinchè possa consentire di sfruttare al meglio i vantaggi che offre: crescita sana, prevenzione delle principali patologie dell’adulto, adeguata educazione del sistema immunitario. Viceversa, uno svezzamento semplicemente vegan può comportare errori nutrizionali e scelte dietetiche inadeguate portando all’insorgenza di diverse problematiche, seppure non alla stessa stregua di uno svezzamento classico, onnivoro, che sovraccarica organi ed apparati, scavalca tempistiche naturali di maturazione degli organi, propone cibi da adulto ad un lattante, senza curarsi delle conseguenze che ciò può comportare per la salute a breve, medio e lungo termine. E gli ospedali, inclusi quelli pediatrici, sono lo specchio di questa superficialità nutrizionale, quasi una falla nell’educazione alimentare della società, nonostante la copiosa letteratura scientifica in merito ai danni dei prodotti animali per la salute umana.
Un vegano potrebbe avere delle carenze nella sua dieta? Se sì, come può rispondere a queste carenze?
Ovviamente ciò è possibile, specialmente quando le persone non si informano correttamente, non si rivolgono ad un professionista esperto in nutrizione vegetale. Del resto quando si opta per il faidate è inevitabile che si trasformi una dieta onnivora in vegan, semplicemente togliendo i prodotti animali. Ma quello che così si ottiene è una dieta sbilanciata. Il consiglio è di farsi aiutare a costruirsi la propria conoscenza in ambito di nutrizione vegetale, che è molto lontana dal concetto di dieta onnivora priva di prodotti animali. Esistono molti integratori, ma sarebbe meglio riuscire ad evitare di usarne in quantità, limitandosi a quelli indispensabili.
Qual è a suo parere il metodo di cottura da utilizzare affinché gli alimenti vegetali non perdano i propri nutrienti?
Senza dubbio occorre evitare la lessatura in acqua, e optare per vapore, forno, friggitrice ad aria. Importante ricordare che siamo gli unici animali che in natura cuociono. Quindi cerchiamo di limitare tale abitudine.
Secondo lei, l’alimentazione 100% vegetale è più cara rispetto a quella onnivora?
Dipende sempre dove si acquista e cosa si acquista. Inoltre, la qualità degli alimenti scelti è fondamentale. Ma questa osservazione vale per qualsiasi dieta. Quindi, seppure molti nuovi prodotti 100% vegetali sono davvero cari, non sono però indispensabili, e basterà strutturare la propria dieta con semplicità ma criterio. E forse un nutrizionista a tal proposito svolge un ruolo importante per guidare nelle scelte giuste. Del resto non è salutare mangiare legumi interi ogni giorno, quindi una guida per orientare i propri acquisti può fare la differenza. Ovviamente occorre un nutrizionista realmente esperto in nutrizione vegetale.
Potrebbe descriverci l’alimentazione equilibrata di una giornata tipo?
Una ricca colazione ad esempio pancake con crema di mandorle oppure sesamo, frutta fresca di stagione e un bicchiere di bevanda vegetale (soia oppure se altri tipi addizionare di proteine vegetali in polvere).
Pranzo con insalatona mista e poi focaccia o pasta integrale + hummus con verdure di contorno.
Merenda con frutta fresca, sempre abbinata ad una fonte di proteine o grassi (yogurt soia oppure lupini oppure noci o nocciole).
Cena con insalatona mista e poi pasta con legumi oppure farinata di legumi con verdure di contorno.
Vuole aggiungere qualcosa a questa intervista?
Non esiste scelta migliore di tornare a mangiare come natura vuole, in armonia con gli altri animali ed il pianeta. Credo occorra aiutare le persone a capire questo semplice concetto: non si diventa vegan, bensì ci si riappropria del proprio posto sul pianeta terra. Forse in questo modo, senza etichette, più persone riuscirebbero a guardarsi dentro e chiedersi “che strada voglio seguire? Quella che la natura ha previsto per me, oppure quella che la televisione e i social mi impongono?”