Anche oggi niente uova è un racconto che apre una finestra sull’orrore ben celato che riguarda l’industria delle uova dove le galline vengono torturate lentamente e inesorabilmente durante tutta la loro breve e infelice vita. Segregate, sporche e malate vengono forzate a deporre sempre più uova fino a consumare tutto il calcio delle loro ossa. Mangiare uova uccide.
Anche oggi niente uova.
In compenso mi è caduta anche l’ultima piuma, si è posata a terra senza un suono, silenziosa e sporca come neve marcia abbandonata sotto il sole.
Ho freddo e sono coperta di sporcizia: escrementi essiccati e polvere.
Fatico a reggermi in piedi, le mie zampe sono deformi e imbrattate di guano.
Sobbalzo all’improvviso, in questo posto non puoi neanche riposarti appollaiata a terra che le altre galline ti schiacciano e ti feriscono.
Il dolore mi strappa un lamento.
Non riesco a mettere bene a fuoco le immagini, mi bruciano gli occhi, sarà questa luce prepotente a cui non si può sfuggire.
Qui dentro l’aria fetida e tossica della paura aleggia come una nebbia bianca e maleodorante.
Il bianco è un vero tormento, c’è sempre una gran luce, un chiarore abbacinante che brucia come sale gettato dentro agli occhi.
Niente uova da otto giorni.
Non è una bella notizia, so cosa succede alle galline che non producono.
Eppure, la mancanza di uova è come un’ondata di sollievo.
Sono stanca.
Sotto alla coda senza piume, ho il fuoco.
Spingere fuori uova giorno e notte è come espellere chiodi che incidono la pelle.
Niente uova da dieci giorni.
Un uomo secco e allampanato dagli occhi infossati mi afferra per le zampe. Le sue mani sono come artigli d’animale e i suoi occhi cupi sono un urlo di dolore.
Mentre mi appende a testa in giù, strillo di terrore.
La mia voce non è più bella forte come un tempo.
La lama scarta la mia gola e mi apre il becco.
Sanguino.
Per la prima volta il tremito mi incatena come un’imbragatura. Mi spingo in avanti cercando di fuggire ma sono legata per le zampe.
Vengo immersa nell’acqua bollente, la tomba di sole si oscura per la prima volta e mentre il buio mi ingoia, respiro l’inferno.
Melania Corradini