Nella giornata di sabato 31 luglio, il sindaco di Asti, ha comunicato attraverso una lettera ai Rettori che anche quest’anno il Palio di Asti è annullato.
“Le troppe incertezze dovute all’evoluzione del quadro epidemiologico, ci impediscono di sapere quello che ci troveremo ad affrontare fra cinque settimane”.
Maurizio Rasero – Sindaco di Asti
Non possiamo che essere infinitamente felici nel sapere che anche quest’anno il palio di Asti è annullato!
Il palio non è coltura né appartenenza di una comunità. I cavalli morti sono innumerevoli, così come sono innumerevoli gli incidenti che avvengono durante le prove e le selezioni.
I palii sono corse di cavalli spinti al massimo delle loro velocità su tracciati urbani caratterizzati da curve strette, protezioni rigide, fondo asfaltato o ricoperto da terriccio collocato senza alcuna cognizione tecnica.

Non bisogna trovare misura di sicurezza più efficaci, bisogna abolire i palii
Il problema relativo ai palii non sta nel fatto che si adottino o meno “accorgimenti efficaci in materia di sicurezza” ma nel riconoscere l’abuso e il maltrattamento riservato ai poveri cavalli, animali che lavorano senza aver fatto alcuna domanda di assunzione, senza diritti e tutela.
Il rischio a cui sono sottoposti i cavalli è molto alto a causa della velocità imposta dal fantino.
Sapete perché è così difficile abolire i palii? perché c’è un giro di denaro che conta centinaia di migliaia di euro, in barba alla vita degli animali che continuano a morire per divertimento.
Le gare durano solamente pochi minuti e sono sfide quasi all’ultimo sangue, in cui i cavalli vengono spesso feriti o addirittura soppressi, lontano dagli occhi del pubblico e dalle telecamere.
Anche qualora fossero prese tutte le misure di sicurezza di questo mondo, anche se tali manifestazioni fossero svolte con cavalli senza imboccature, senza ferri e senza fantini, sarebbero comunque inaccettabili eticamente perché perdiamo di vista un punto importante, quello del cavallo.
Palio che vai, cavalli morti che trovi: su questo si dovrebbe riflettere. È ora di dire basta a questa barbarie!