Allo scempio non c’è mai fine: gli animali, oltre che sfruttati e uccisi, vengono anche ridicolizzati.
Qualcuno di voi potrà pensare che i propri occhi gli stiano facendo un brutto scherzo e che per un attimo abbia visto qualcosa che in realtà non c’è.
Si potrebbe anche pensare che qualche appassionato di photoshop abbia creato per puro divertimento quest’orrenda immagine che in realtà non esiste.
Purtroppo non è così, questa che vedete sopra è una foto che ritrae una delle “opere” dello “chef” Richard Fitch.
Non vi sembra di vedere un fotogramma di un film dell’orrore? Oppure, di avere a che fare con il dottor Victor Frankenstein?
Richard Fitch, coordinatore di un progetto sulle cucine storiche a Hampton Palace, nel Regno Unito, ha creato quest’orrore cucendo metà maiale e metà tacchino per una cena del Ringraziamento “diversa dal solito”.
Cockenthrice: una ricetta medioevale
Questa però non è una sua invenzione: lo “scienziato pazzo” ha ricreato con le sue mani una ricetta medievale, chiamata “cockenthrice”, che risale al XV secolo, secondo il sito web “The Atlantic”.
Questa ricetta prevedeva che, una volta cuciti insieme gli animali, la nuova “creatura” fosse farcita, prima di essere arrostita allo spiedo.
Fitch, che si definisce uno storico sperimentale, ha affermato di amare il portare in vita ricette molto antiche.
Ci chiediamo come sia possibile che una persona riesca a partorire nella sua mente un’idea così orrenda, diabolica e metterla in pratica vantandosi della sua creazione. No, non possiamo definire “chef” questo genere di persone, andrebbero chiamate con un termine più appropriato, ovvero psicopatici.
Quale cultura gastronomica, quale rispetto delle tradizioni? Nulla può giustificare un tale orrore.
Animali che vengono fatti nascere, che vengono allontanati dalle loro madri, che vengono allevati, che vengono torturati, che vengono stuprati e infine uccisi nel peggiore dei modi. Come se tutto ciò non bastasse, dopo la loro morte vengono anche ridicolizzati.
Che ne direste di portare le persone a smettete di analizzare di continuo le motivazioni che spingono i vegani a non mangiare gli animali (motivazioni che, peraltro, sono prettamente di natura etica e quindi di rispetto verso la Vita)?
Non sarebbe piuttosto necessario indagare la condotta di questi soggetti, le cui scelte alimentari (e non solo) portano sempre alla morte e in generale al disprezzo della Vita?
Ciò che dovrebbe nascere in noi è un forte distanziamento da persone del genere, che dovrebbe farci capire che viviamo in un sistema malato, dove lo specismo regna sovrano.
Prendiamo le distanze da coloro che sfruttano e ridicolizzano in questo modo gli animali, facciamo riaffiorare in noi l’empatia persa, riconoscendo gli animali come esseri senzienti che provano emozioni proprio come noi!
Rispettiamo la Vita!