La testimonianza di un addetto al trasporto di Animali vivi

Un ringraziamento speciale ad Antonio Guguttu per la sua testimonianza:

“Per 15 anni ho fatto l’autotrasportatore. Ho portato di tutto, dalla stampa alla posta ai medicinali, ma in modo particolare ho lavorato per un famoso salumificio di Modena, per la AIA e per un corriere nazionale che fa trasporti refrigerati a temperatura controllata, questi ultimi, mi hanno portato quasi ogni giorno a scaricare presso macelli, allevamenti di polli da carne e da uova, ma ciò che ha sconvolto la mia vita e il mio modo di agire è quando andavo dove macellano i bovini. È qualcosa che mai mi leverò dalla mente.

La gente non capisce quello che fanno agli animali. Ho visto il loro sguardo quando si trovano davanti alla porta della morte ho visto quando appena dopo che sono stati storditi vengono appesi e squartati mentre ancora si muovono ecc.

Difficile trovare qualcuno che vuole ascoltare, c’è molta indifferenza, tutti si annoiano quando spieghi che hai smesso di mangiare carne perché hai letto nei loro occhi la paura che qualsiasi essere vivente prova quando sta per morire. Poi morire in nome del denaro, una morte assurda che segue una breve vita in condizioni da paura.

….(…)
le cose brutte le fanno la mattina prestissimo, quando tutti ancora hanno gli occhi chiusi (come di giorno a quanto pare). Vai in un qualsiasi macello e vedrai di persona.

Appena scaricati gli animali dal camion con sistemi nazi per non perdere tempo, vengono messi in un recinto con un percorso obbligato che li conduce davanti a una porta che si apre a ghigliottina. Oltre quella porta la morte.

In principio, le creature si spingono per arrivare davanti alla porta come se fosse una via di fuga, ma dopo le prime esecuzioni cominciano a percepire e a sentire l’odore della morte e tentano di fare il percorso inverso, di scappare all’indietro ma è praticamente impossibile.

La morte viene secondo i macellai immediata con una pistola ad aria compressa che spara un bussolotto di ferro senza farlo entrare nel cranio, in pratica una martellata pneumatica che secondo me stordisce e basta.

Subito le povere mucche vengono arpionate poco sopra gli zoccoli e issate a testa in giù facendo cominciare un macabro percorso tipo catena di montaggio (in questo caso smontaggio).

Più volte ho protestato di fronte al fatto che le povere creature si dibattono e si scuotono come se fossero ancora vive quando vengono a contatto con il coltello che inizia ad aprirgli il collo per fare sgorgare il sangue, ma la risposta che ottieni è sempre quella: sono i nervi, seguita dalle solite battute da osteria, perché quando “lavorano ” queste persone si permettono anche di fare dello spirito.

Comunque la colpa non è sempre di chi fa il lavoro sporco, è all’origine che bisogna andare, cioè a chi lucra sulla vita e sulla morte degli animali traendo profitti enormi, mandando finti messaggi a mezzo di professori, dottori, giornalisti e altri schifosi personaggi.

La gente non prenderà mai coscienza se non viene mai detta la verità fino in fondo. Io 20 anni fa ho smesso di mangiare carne perché ho visto con i miei occhi quello che succede, perché ho toccato con mano nel corso della mia passata attività le tonnellate di salumi, polli conigli e quant’altro che finiscono dietro il banco frigo del supemarket o del macellaio di fiducia.

Non mangiare carne è anche il mio modo di supplicare perdono perché anche io ho contribuito a tutto questo con il mio lavoro.

Antonio Guguttu
Ex addetto al trasporto di Animali vivi

FONTE: Olocausto Animale

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