La triste vita dei pesci rossi: considerati giocattoli per bambini, pezzi d’arredamento da esporre in salotto come insoliti oggetti folcloristici. Poco impegnativi, poco costosi, incapaci di protestare, rassegnati a una vita infelice di segregazione e solitudine. Rinchiusi in un microcosmo di plastica ad attendere qualche tipo d’attenzione oppure, nel peggiore dei casi, inghiottiti dal water quando le persone si stufano di provvedere a loro.
In natura i pesci rossi (Carassius Auratus) vivrebbero un’esistenza appagante nuotando nei corsi d’acqua dolce, liberi e selvaggi, tra colpi di coda e guizzi tra la corrente. Vivrebbero insieme ad altri esemplari della loro specie, dato che sono animali sociali che amano la compagnia dei loro simili.
Invece, vengono rinchiusi in acquari o piccole bocce dove trascorrono la vita soli e disperati. Annoiati da un’esistenza che si riduce ad un giro su se stessi all’interno di un contenitore di vetro. Oppure in compagnia di pesci di altre specie di cui non gradiscono la presenza.
Sono tra gli animali più bistrattati e maltrattati, animali abusati sotto silenzio e nella più totale indifferenza. Costretti a nuotare in spazi angusti e sporchi dove spesso trovano una morte prematura.



Per tutelarli, è stato istituito il “Tribunale dei pesci rossi” in modo di difendere queste piccole creature indifese e vessate.
Ricordiamo, anche se non dovrebbe essercene bisogno, che le bocce di vetro sono vietate per legge. Ogni persona dotata di un briciolo di sensibilità dovrebbe arrivare a comprendere che è estremamente crudele segregare un pesce in un contenitore così piccolo dove l’animale può sviluppare solo comportamenti compulsivi come nuotare in circolo. Non a caso, questi animali spesso saltano fuori dai contenitori pur di sfuggire alla prigionia, trovando ad attenderli il pavimento e una lenta e dolorosa morte per asfissia.
Ovviamente, stiamo consigliando di non acquistare i pesciolini rossi, ma, nel caso in cui qualcuno ne avesse in casa al momento della lettura di questo articolo, vorremmo focalizzare l’attenzione su alcuni aspetti fondamentali per la loro cura.
La pulizia dell’acquario che dovrebbe essere giornaliera. Oltre ai necessari filtri, l’acqua deve essere cambiata di frequente, altrimenti i pesci muoiono per asfissia o per intossicazione. Questo perché espellono ammoniaca che si libera nell’acqua dove, accumulandosi, li uccide.
Altro aspetto da non sottovalutare è il cloro contenuto nell’acqua del rubinetto: questa sostanza può uccidere i pesci in poche ore, se non addirittura in pochi minuti. Il pesce appare pallido o a chiazze rosse e ha difficoltà a nuotare. Per rimuovere il cloro dall’acqua esistono dei prodotti specifici in commercio come il tiosolfato di sodio che lo inattiva.
Questi pesci, un tempo vinti alla lotteria di paese o comprati al Luna Park, hanno bisogno di cure e di accortezze particolari, essendo animali a sangue freddo, e spesso la causa del loro decesso è proprio il cambio d’acqua.



I pesci rossi non sono in grado di regolare la temperatura del loro corpo come noi umani, che siamo omeotermi. Il loro sangue è alla stessa temperatura dell’acqua in cui vivono. Per questo motivo, durante i cambi d’acqua lo shock termico può ucciderli. Motivo in più per prestare molta attenzione agli sbalzi di temperatura a cui vengono sottoposti.
Un semplice esempio: d’estate far scorrere l’acqua del rubinetto per farla diventare più fresca e poi immergervi il pesce rosso è un errore. L’animale abituato a vivere ad una temperatura di 30 gradi se immerso all’improvviso in un liquido a 25 gradi, potrebbe morire. La cosa più indicata sarebbe preparare l’acqua per il cambio in un contenitore la sera precedente in modo che durante la notte raggiunga la giusta temperatura. Piccole accortezze che possono salvare la vita ai pesciolini rossi.
Un ulteriore fattore di morte prematura di questi sfortunati animali è la somministrazione di cibo non adeguato come zucchero o briciole di pane, oppure troppo cibo. Nutrire in maniera eccessiva i pesci è dannoso perché producono troppe scorie che avvelenano rapidamente l’acqua in cui vivono. È più indicato e corretto nutrirli una sola volta al giorno inserendo una giornata di digiuno. Per cui la formula più adatta per mantenerli in salute sono sei giorni su sette di cibo.
In natura sono animali tenaci e resistenti, dato che discendono dalle carpe domestiche dell’antica Cina e il loro attuale colore vivace e appariscente è dovuto alle mutazioni genetiche praticate negli allevamenti selettivi. In realtà questi pesci allo stato selvatico presentano un colore dalle sfumature grigie, argento e oliva che meglio si addice alla vita in natura. Sono animali molto intelligenti, addirittura capaci di distinguere i vari esseri umani che interagiscono con loro e possono essere addestrati, proprio come i cani, attraverso il rinforzo positivo.
Questi pesciolini fragili, delicati e bellissimi non meritano di vivere prigionieri dell’egoismo umano che, pur di accaparrarsi un pezzetto di natura, è disposto a sottrarre la libertà e la gioia di vivere a questi piccoli e splendidi animali. Assistere allo spettacolo della natura senza danneggiarla in alcun modo dovrebbe essere un impegno e un dovere a cui nessuno dovrebbe mai sottrarsi.