Sta facendo molto discutere l’inchiesta di Report sui polli allevati dalla Fileni. A finire nel mirino di Report è un’azienda che molti considerano un modello, grazie ai tanti riconoscimenti sulla linea bio. Il servizio di Giulia Innocenzi denuncia maltrattamenti e uccisioni cruente di polli. Animali che non vedono mai la luce del sole e che vengono alimentati con mangimi OGM, altro che polli bio che vivono all’aperto, alla faccia del “Benessere animale”!
Ma, se in un’azienda che viene da molti così ben considerata, si scopre che le cose non stanno come dichiarato, figuriamoci cosa possa avvenire nelle altre. Lascio a voi le considerazioni.
Noi di Essere Vegan abbiamo sempre cercato di informare chi ci segue sul fatto che gli allevamenti intensivi sono dei veri e propri lager, dove esseri senzienti vivono la loro breve vita in condizioni paurose. L’inchiesta di Report è la prova che l’inferno che vivono questi poveri animali si trova anche negli allevamenti bio.
L’investigazione di Report negli stabilimenti di proprietà Fileni
Ma veniamo ai dettagli dell’investigazione. L’inchiesta condotta dalla giornalista Giulia Innocenzi è stata supportata da veterinari ed esperti del settore, ma anche dalla testimonianza di alcuni operai dell’azienda in questione.
Questi poveri polli non vivono affatto all’aperto e non hanno lo spazio necessario per poter “vivere”. Lo scriviamo tra virgolette, perché questa non è vita, questo è un vero inferno per loro.
Le immagini del servizio mostrano migliaia di polli ammassati uno sull’altro, polli feriti e agonizzanti e carcasse di polli insieme a quelli vivi. Potete immaginare quali possano essere le condizioni igienico-sanitarie. E potete soprattutto immaginare come possano sentirsi questi poveri animali.
Un ex dipendente, intervistato dalla giornalista, sostiene che gli uscioli che permettono l’uscita dei polli dal capannone restavano sempre chiusi; questo perché, in quanto automatici, uccidevano decine di polli ad ogni chiusura e, per poterli sostituirle con quelli manuali, ci sarebbero voluti molti più operai.
Alcune telecamere puntate sugli stabilimenti Fileni di Ostra Vetere, Jesi e Falconara Marittima di Ancona, non vedono mai gli uscioli aperti. Eppure i polli dovrebbero poter razzolare all’aperto e ogni pollo dovrebbe avere a disposizione 4 metri quadri per razzolare, ma all’esterno dell’allevamento le telecamere riprendono solo calcinacci e detriti.
Purtroppo le immagini mostrano anche operai che uccidono direttamente i polli torcendo loro il collo e non stiamo parlando di un solo caso, ma di una routine, dove gli operai afferrano per il collo i poveri polli e li fanno ruotare fino a spezzarglielo, per poi lanciarli morenti nelle altre corsie.
In base ad una testimonianza di un addetto, i polli devono raggiungere una determinata altezza, altrimenti una volta agganciati alla catena di “smontaggio” del mattatoio, i loro colli non arrivano alle lame, diventando scarti.
Il consiglio di stato ribadisce che l’allevamento Fileni di Monte Roberto deve restare chiuso
Riportiamo quanto si legge sulla pagina web di Report:
“13 febbraio 2023: Il Consiglio di stato ribadisce per la seconda volta che l’allevamento Fileni di Monte Roberto deve restare chiuso. L’azienda marchigiana perde quindi il ricorso contro la decisione della Regione Marche, che aveva stabilito che l’impianto doveva chiudere l’attività entro e non oltre il 31 ottobre 2022 a seguito della prima sentenza del Consiglio di stato che ha annullato il provvedimento autorizzatorio unico regionale.
Durante uno dei nostri servizi, avevamo raccontato della vicenda giudiziaria intorno a questo stabilimento, che produce 2 milioni e mezzo di polli l’anno. Andrea Tesei, residente a poche centinaia di metri dall’allevamento Fileni, fa ricorso contro l’autorizzazione all’impianto e vince al Consiglio di stato. Per insediare lì l’allevamento, infatti, sarebbe stata necessaria una variante al Piano regolatore del comune di Monte Roberto, che risulta oltretutto all’interno di una fascia fluviale protetta. A seguito della sentenza, la Regione Marche ne aveva stabilito la chiusura entro il 31 ottobre dello scorso anno, decisione a cui la Fileni si era opposta. Nel mese di novembre però, quando l’impianto avrebbe dovuto già cessare l’attività, la deputata Eleonora Evi ha richiesto l’intervento dei carabinieri, che hanno appurato la presenza di 400.000 polli, come documentato dalle telecamere di Report presenti durante l’intervento. “
I numeri dei polli macellati
In base a quanto riportato dal servizio di Report, ogni anno vengono allevati 26 miliardi di polli nel mondo, e ogni giorno ne vengono macellati 71 milioni. Questo significa che ogni secondo vengono macellati 825 polli circa. Avete impiegato circa 40 secondi a leggere l’articolo fino a questo punto e in questi 40 secondi sono stati uccisi 33.000 di polli. Potete riflettere sull’enorme grandezza di questi dati?

Ma veniamo al nostro paese, in Italia vengono allevati ogni anno 500 milioni di polli. Di questi, in base a ciò che afferma Report, ben 50 milioni fanno parte del circuito Fileni.
Un pollo bio per legge deve razzolare all’aperto per almeno un terzo della sua vita. L’azienda Fileni ha sempre dichiarato di far vivere i propri polli all’aperto, di alimentarli con mangimi non OGM e di essere attenta al loro benessere, ma le cose non stanno così anzi, secondo l’investigazione, è l’esatto contrario.
Non solo una questione etica
Per le associazioni animaliste e per noi di Essere Vegan, la questione più importante è quella etica. Questi non sono cosce, petti e quant’altro, ma sono esseri senzienti che provano dolore come noi umani.
Ma chi li considera solamente cibo, dovrebbe riflettere sulla questione della sanità pubblica. Dovete sapere che in Europa nell’ultimo anno sono stati uccisi 48 milioni di animali infettati dall’influenza aviaria e che l’Italia è il secondo Paese europeo per contagi di influenza aviaria negli allevamenti.
Il virus H5N1, responsabile della malattia, è considerato dagli esperti una bomba sanitaria pronta a esplodere da un momento all’altro. In un’intervista a David Quammen, giornalista che diventò famoso per aver predetto 8 anni prima la pandemia da coronavirus, lo stesso dichiara che non si esclude che il virus H5N1 possa diventare presto la causa della prossima pandemia.
“Noi che viviamo nei Paesi più ricchi mangiamo più carne del necessario e questa carne è prodotta in mega allevamenti intensivi. E se continueremo ad allevare 26 miliardi di polli su questo Pianeta, finiremo nei guai.
Trattiamo il mondo come se esistesse per soddisfare i nostri piaceri, il problema è che le persone che vivono nei paesi più ricchi, mangiano molta carne e quella carne è prodotta da mega allevamenti intensivi.”
– David Quammen
Cosa possiamo fare come consumatori
E mentre Fileni cerca di difendersi dalle accuse di Report e di molte associazioni animaliste arrampicandosi sugli specchi, è importante che tutti noi riflettiamo su questa situazione. La breve vita di questi animali è un vero e proprio inferno, dalla nascita alla terribile fine che fanno nel mattatoio vivono una vita di maltrattamento e sofferenza, nella quale non possono vedere la luce del sole o respirare all’aria aperta, rinchiusi e ammassati in capannoni di grandi dimensioni, nutriti con mangimi OGM e in condizioni igienico-sanitarie terribili.
Dopo aver visto il televisione il servizio di Report, ho mandato una email all’azienda Fileni, manifestando tutto il mio sdegno e dirle di VERGOGNARSI, per come vengono trattate queste creature solo per profitto, e di vergognarsi, per l’inganno ai loro consumatori! Dopo due giorni si è dimesso, dal suo incarico Fileni figlio
Ciao Giannetta, grazie per il tuo commento. Ben fatto, tutti dovrebbero indignarsi di fronte a quest’orrore.