Quando mangiavo carne, anche io, come voi, la mangiavo e basta. Lo facevo e basta. Non mi ponevo domande e non provavo alcun senso di disagio a farlo.
Lo facevo perché la mia famiglia lo faceva, lo facevo perché tutti intorno a me lo facevano; lo facevo perché fin da piccina mi avevano insegnato già a partire dall’asilo, dai libri, dai cartoni, che c’erano animali da mangiare e animali da proteggere.
Mangiavo e compravo il “prosciutto”, le fettine”, “gli arrosti”, “la cima” “le cotolette”, “la grigliata”, mi piaceva, lo facevo e basta. Cucinavo “carne” e “pesce” per me stessa e per gli altri, ero anche “brava in cucina”.
In tutto ciò io dicevo e, ne ero convinta, di amare gli animali. Era un po’ come se nel concetto “amare gli animali” considerassi automaticamente, senza rifletterci, solo cani e gatti, quelli visibili, a portata d’occhio quotidiano, ma escludessi tutti gli altri.
Ma questi “altri” lontani ed invisibili?
Amavo davvero “gli animali”?
Li rispettavo come pensavo?
Oggi la risposta mi è molto chiara ma allora ne ero totalmente inconsapevole .
È arrivato un momento, in cui ho avuto voglia di capire meglio. Nella primavera 2015 ho trovato il coraggio di mettere in dubbio ciò che fino ad allora avevo sempre fatto, ciò che era il mio “normale” agire.
Per davvero quello che mangiavo erano solo mere “scaloppine” e “coscette” ???
Era davvero come raccontavano le pubblicità? Le mucche erano felici?
Ho iniziato a pensare ai miei pensieri
… I miei gatti avevano due orecchie, due occhi, un naso, una bocca, respiravano come me, avevano un cuore che batteva come quello umano, ognuno aveva un individualità, un carattere, preferenze e tanta voglia di vivere. Provavano freddo e caldo, avevano sete e fame. Manifestavano gioia ed euforia, dolore se si facevano male, avevano paura degli estranei, dei rumori, del veterinario, esprimevano tristezza se veniva a mancare il fratellino rimanendo per qualche giorno spenti, impassibili a tutto, anche al cibo. Erano gelosi, curiosi ed anche intelligenti. Cercavano coccole ed arrivavano a consolare chi piangeva. Da buona mamma li avrei protetti da tutto e tutti!
E fin qui siamo tutti d’accordo. Ma il mio comportamento era coerente?
Ho iniziato ad informarmi, a leggere, studiare libri, a vedere documentari ed ho scoperto un mondo totalmente diverso da quel che vivevo. Anche gli altri animali, quelli definiti “da reddito”, “le bestie da macello” erano esattamente come i miei gatti o i vostri cani.
L’unica cosa che cambiava era la forma: non erano “cani” e “gatti”. Un po’ come il diverso colore della pelle delle persone, una forma, ma non l’essenziale. L’abilità di provare emozioni ed avere intenzioni era esattamente la medesima.
Ecco che, ciò che prima chiamavo con il nome “cotto”, “salame” “speck” “pancetta”, non era più un alimento bensì la parte specifica di un corpo morto, la carne di qualcuno.
Quel qualcuno era un essere senziente, come i miei gatti e come i vostri cani, dove “senziente” sta per anima capace di provare emozioni e vivere esperienze, desiderare una vita senza sofferenza.
Ho preso consapevolezza che si trattasse di animali con due occhi, un naso, una bocca, che respiravano come me, con un cuore, sangue nelle vene, un carattere, voglia di giocare e di ricevere amore. Anche loro sognano e fanno incubi. Cantano ai piccoli mentre allattano, ricordano volti ed avvenimenti per anni!
Ho scoperto che la loro intelligenza è equiparabile a quella di cani e gatti, salvo il maiale che ha un QI a loro superiore!
Ho connesso che tutti i piccoli, vitelli, maialini, agnelli vengono sottratti alle mamme perché nutrendosi del loro latte diventano un intralcio all’industria del latte e del formaggio.
Ho visto, che tutte le mamme, mucche, pecore, galline, tacchine, scrofe, cavalle agiscono esattamente come agirebbe una mamma umana pur di proteggere il proprio cucciolo barbaramente strappato per sempre.
Ho scoperto che i camion che incontriamo lungo le autostrade, compiono viaggi lunghissimi, in qualsiasi condizione climatica, con un’unica destinazione senza ritorno: la morte.
Ho visto che gli animali ammassati sono terrorizzati, consapevoli di ciò che sta per accadere: vedono uccidere davanti ai loro occhi l’animale che in fila li precede, e cercano impotenti di scappare.
Ho scoperto che la motosega ed il coltello, la corda ed il bastone del contadino che alleva l’animale “all’aperto” non sono migliori del macchinario, della pistola o del gancio dell’operatore nell’allevamento intensivo.
Ho deciso che non voglio contribuire alla terribile fine prevista per i pulcini maschi, inutili scarti nel settore delle uova.
Ho scoperto che esistevano ed esistono tante persone che come me hanno acquisito la consapevolezza che è possibile vivere in salute e soprattutto con gioia senza mangiare animali e derivati.
Ho scoperto che una dottoressa nutrizionista può aiutarti ad equilibrare i nutrienti e che esistono oramai tutte le alternative vegetali buone e ricche di proteine!
Ho scoperto verdure che neppure conoscevo, ho assaporato la bontà e la bellezza di gusti semplici e delicati.
Ho imparato che dai legumi si possono creare tanti piatti sfiziosi; ho riscoperto l’importanza della frutta, della frutta secca, dei semi, dei cereali. Si può mangiare tutto senza che ci manchi nulla: cioccolata, formaggi, pizze panna, besciamelle, biscotti, panini ripieni, focacce, gelati, lasagne, ravioli, burger, dolci e nutella …!
Ho capito che vestirsi cruelty-free significa semplicemente non indossare pelle e pelo animale!
Ho saputo che tanti dei più importanti protagonisti della Storia e Scienza erano già vegetariani e vegani: Einstein, Darwin, Newton, Gandhi, Pitagora, Plutarco, Voltaire, Margherita Hack, Schopenhauer, Leonardo Da Vinci, Ippocrate, Maria Montessori, Umberto Veronesi.
Tanti famosi sportivi: Djokovic, Hamilton, le sorelle Williams, Carl Lewis, Lukaku. Ma anche cantanti come Celentano, Jovanotti, Battiato, Anna Oxa, Red Ronnie, Bruce Springsteen, ed ancora attori internazionali come Leonardo di Caprio, Joaquin Phoenix , Brad Pitt, Angelina Jolie, Ornella Muti, Demi Moore, Michelle Pfeiffer, Natalie Portman seguono un alimentazione vegetale.
Ho scoperto che per produrre una sola bistecca di mucca servono ben 15 mila litri di acqua, l’equivalente di 110 vasche da bagno ovvero mediamente 3 mesi di docce! Ed intanto il mondo cade a pezzi…
Ho capito che non è la scelta vegana “esagerata” ma l’atteggiamento, la modalità comunicativa delle persone in genere, vegane e non.
Fare una scelta vegana non è sinonimo di perfezione. E fare una scelta non è imposizione.
Ho conosciuto tante persone buone, amanti di cani e gatti, che hanno paura di guardare chi c’è e cosa avviene dietro un piatto; mettere in discussione una certezza spaventa sempre ma sono certa che ne valga tutta la pena iniziale! Ho trovato indifferenza ed inflessibilità ma ho conosciuto anche persone disponibili a rivedere le proprie idee, ad ampliare il raggio del loro amore.
Vi rassicuro ed assicuro, non servono superpoteri . Forse si può semplicemente partire iniziando a pensare che la nostra vita non vale più di un altra vita che vuole vivere?
Jessica Giusti