Scrivo per ricordare agli esseri umani che non sono feroci predatori, leoni assetati di sangue, ma imbranati ed egoisti bambini che per soddisfare il loro palato sono disposti a rinunciare all’etica e alla giustizia.
Nel tuo piatto parti d’animale come un puzzle insanguinato.
Nel tuo piatto creature smembrate da masticare sotto i denti come un chewing gum alla frutta.
Tra bicchieri e posate lo strazio di tutte quelle vite che non hanno mai avuto la possibilità di vivere. Troppo prelibate per poter gioire.
Vite prenotate al ristorante tra un drink e un caffè. Vite spaccate come un uovo lanciato sul pavimento.
Vite con l’etichetta e il codice a barre. Vite distrutte, sfruttate, umiliate, sporcate, torturate, danneggiate, da cui provengono solo lamenti.
Vite massacrate da coltello e forchetta.
Esseri viventi sbranati da umani predatori da ipermercato, leoni malati, habitué del reparto macelleria.
Che vaneggiano di scelte personali e libertà d’acquisto, dimenticando le loro vittime: animali a cui sottraggono la vita, per avere l’orrenda possibilità d’assaporarli sotto i denti.
Non rimane granché di quegli animali se non un grido scomposto a dilaniare il silenzio dell’umana coscienza.
Melania Corradini