Santuari per animali

In Italia ci sono tantissimi santuari per animali, luoghi di pace e amore. Il santuario è un luogo sacro, intoccabile, miracoloso. È un luogo in grado di far riflettere, commuovere e far interagire le persone con gli animali da fattoria, avvicinandole ad una visione del mondo antispecista. Autentica. Perché ogni animale è un individuo a sè. E la vita non è mai banale neanche quella di una mucca o di un maiale.

Questi rifugi che ospitano animali salvati dalla macellazione, dallo sfruttamento e dalla segregazione si sostengono con donazioni e adozioni a distanza. Sono gestiti da volontari il cui impegno, la perseveranza, l’amore e la fatica sono alimentati e ricambiati dalla gioia di regalare a maiali, mucche, galline, asini, cavalli, tacchini, una vita degna d’essere vissuta. Ogni animale ha un nome, finalmente possiede un’identità. Perché gli animali da stalla sono ritenuti animali da consumo non da compagnia.

Ecco alcuni degli animali dei santuari: sono individui che hanno un nome, che hanno sentimenti e provano emozioni, come tutti gli altri animali.

Proprio a causa dei continui e ripetuti maltrattamenti e la successiva inevitabile uccisione degli animali da fattoria, che avviene in ogni tipo di industria che ne prevede l’ingiustificato sfruttamento, sono nati i Santuari. Per sottrarre queste meravigliose e indifese creature alla tortura e alla morte.

Gli animali vengono salvati, purtroppo solo una minima percentuale, da sfruttamento e prevaricazioni d’ogni tipo che sono all’ordine del giorno in tutte le diverse e più disparate forme dall’allevamento: allevamenti intensivi, allevamenti estensivi, zoo, stabulari della vivisezione, circhi, acquari, industria alimentare, ittica, delle pellicce, medica, tessile, industria calzaturiera, conciaria e setifici.

La ferocia di queste industrie viene accuratamente occultata alle masse, tenute volutamente all’oscuro di una verità talmente scomoda, che se mostrata, porterebbe inevitabilmente alla presa di coscienza dei consumatori, fruitori troppo spesso inconsapevoli di un “prodotto” che prodotto non è, non essendo dissimile dai loro amati animali domestici dato che tutti gli animali provano emozioni e regalano affetto. E tutti gli animali amano la vita. Come giustificare quindi, tanta crudeltà nei confronti degli animali da reddito?

Semplicemente aggirando il problema, l’escamotage è creare pubblicità ingannevoli di animali felici d’essere trasformati in prodotti alimentari. Animali che pascolano e si godono la vita accompagnati dall’angelo della morte che nessuno però, deve notare.
Ovviamente i verdi pascoli non esistono, l’onestà non è compresa negli spot mandati in onda alla TV.

I Santuari dovrebbero essere luoghi inviolabili e tutelati dalle istituzioni ma come ci insegna la più recente e triste cronaca, gli interessi dell’industrie alimentari superano l’etica, travalicano la coscienza, permettendo feroci stragi nei rifugi ai danni di animali sani ritenuti un pericolo per gli allevamenti.

Un veicolo d’infezioni come la PSA che, badate bene, non è una zoonosi ma ogni piccolo focolaio va spento nel sangue. Anche se i maiali sono sani e possono trascorrere la quarantena in un recinto, all’interno di un rifugio.

Verrebbe applicata la stessa inflessibile regola sanitaria se si trattasse di cani o gatti malati? Magari affetti dal parvovirus? No di certo. I cani malati vengono curati anche se l’infezione è altamente contagiosa ma i maiali invece vengono abbattuti senza pietà.

E che dire riguardo ai cacciatori che uccidono i cinghiali e ne vendono la carne anche se malati di PSA. Senza alcun controllo. Ovviamente vengono applicati due pesi e due misure a seconda della pressione degli interessi in ballo. Le lobby venatorie sono potenti e intoccabili. I Santuari in fin dei conti non riempiono le tasche a nessuno. È tutta beneficenza, una specie di trend negativo non previsto e non riconosciuto.

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