Storia di mamma cinghiale

Storia di mamma cinghiale racconta la difficile e brevissima vita di questi splendidi e sfortunati animali perseguitati ingiustamente dall’uomo. Che dopo aver urbanizzato il loro habitat e aver sottratto loro fonti di cibo e spazi verdi, trova indecorosa e pericolosa la loro vicinanza ai centri abitati. Gli animali selvatici sopportano le peggiori angherie ma gli anaffettivi esseri umani non riescono a sopportare una pacifica convivenza con nessun altro essere vivente a parte loro stessi.

Il bosco era luminoso e talmente profumato da stringerle il cuore. Tutt’intorno era un’esplosione di verde e di solitaria bellezza.

La matriarca si fermò in mezzo all’erba, era venuto il momento di dire la verità a sua figlia.

“Tesoro, la mamma tra poco ti lascerà sola.”
“Ma cosa dici mamma!” Rispose la piccola fissandola con occhi sereni.
“Tu mi succederai, in te vedo me stessa: forza, determinazione e intelligenza.
Sarai un capobranco giusto e capace, amore mio.”

“Mamma tu sei giovane, forte e bella, io invece sono brutta e goffa…lo sai che il figlio della Gina mi chiama bombolona?”
“Ti chiama così perché gli piaci. E tu non sei grassa, sei possente e agile e lui è un po’ intimorito dai tuoi modi risoluti.”

“Allora gli piaccio!” Rispose la piccola saltellando in mezzo all’erba.
“Ma dove lo incontri il figlio della Gina?” Domandò sorpresa mamma cinghiale.
“Nel bosco.” Rispose la piccola distogliendo lo sguardo dagli occhi indagatori della madre.

“Ah!…Lo vedi che sei proprio la mia giusta erede? Non perdi tempo tu.”
“No…io sarò il tuo braccio destro, io e te faremo grandi cose mamma.”
Insistette la cinghialina.

Le venne da piangere e dovette distogliere lo sguardo da sua figlia, affinché non vi leggesse tanta disperazione.

Mamma cinghiale non si preoccupava tanto per la sua imminente fine ma si tormentava per il destino orribile che lasciava in eredità alla sua bella figlia.

Le matriarche proprio perché hanno il compito di guidare il branco vengono sempre uccise dai cacciatori per prime.
Una banda di uomini senza cuore e senza onore.

Lei avrebbe preferito mille volte che quella sua piccolina non avesse preso da lei carattere e forza di volontà. Avrebbe dato qualsiasi cosa affinché divenisse una dolce e remissiva gregaria.

Trattenne il lamento di angoscia che le salì in gola e fissò un’ape che ronzava davanti al suo muso.
“Ma perché non erano nate api?” Pensò, chiudendo gli occhi e inspirando profondamente.

“Mamma io e te staremo insieme per sempre anche se ogni tanto andrò nel bosco con il figlio della Gina.” Ribatté la piccola, strusciandosi alle cosce della madre.

“Certo, amore mio, io veglierò sempre su di te e sarò il tuo angelo custode, ogni gior… “ La frase le morì in gola, deglutì, per non cacciare un urlo disperato.

Melania Corradini

Una matriarca con la sua cucciola

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2 commenti su “Storia di mamma cinghiale”

  1. Cara Melania, leggo sempre molto volentieri le tue storie, oggi 29/10/2022 ho letto : “nessuno mancò il bersaglio”
    E volevo dirti che a ciò che scrivi, prima o dopo questa storia avrei aggiunto che molto spesso non riesce a convivere nemmeno con la sua stessa specie, 😳 il così detto essere umano

    Rispondi
    • Ciao cara, grazie per il tuo giusto e interessante commento e un grazie sentito anche per la tua costante attenzione. Sono lieta che leggi volentieri i miei racconti.
      Buona giornata

      Rispondi

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