Storia di un serpente

La paura deriva spesso dalla poca conoscenza, un’ignoranza ingiustificata che deride e deteriora la capacità di giudizio. Rispettare ogni forma di vita è, prima di tutto, un dovere. Premesso questo, tenete bene a mente che anche gli animali “spaventosi” hanno diritto alla vita.

Un tonfo.
Le foglie e l’erba intorno a me schizzarono verso il cielo, insieme alla punta della mia coda.
Fuggii.
Qualcuno gridava alle mie spalle:
“Uccidiloo! Uccidi quel serpente!”

Approfittai di una folta macchia di vegetazione per nascondermi.
Lentamente mi calmai nel mio prezioso angolino verde. La brezza lieve mi portava alle narici l’odore degli uomini.

Aspettai ancora ad uscire, l’erba era alta e fitta e loro non mi videro. Consapevoli che se si sarebbero avvicinati troppo l’avrei colpiti, timorosi di quel verde cupo che mi proteggeva, se ne andarono.

Uscii dal mio nascondiglio e mi avviai verso l’acqua: avevo sete.
Un cane abbaiò in lontananza, mi tuffai.
D’estate uomini e cani mi terrorizzano, al fiume, è un continuo viavai.

Nuotai sott’acqua per evitare d’essere notato e risalii sulla riva opposta dove cercai di raggiungere la mia tana, poco distante.

Sentii degli strilli infantili, il panico mi assalì come un’onda che lambisce la spiaggia: la sfiora, si ritira e poi la raggiunge ancora e ancora.

“Oh mio Dio mio dio il bambino…prendi il bambino c’è un serpente!”
L’onda mi lambì il cuore.
Tentai una disperata fuga.
Gli uomini mi inseguirono lanciandomi sassi.
Uno mi colpì in testa. La mia mente vacillò per il dolore.

Mi finsi morto.

Quando gli umani si avvicinarono espulsi un liquido maleodorante e rimasi immobile.
Una pietra mi colpì la gola, il dolore mi tolse il fiato, ma non mi mossi.

Gli schiamazzi divennero più insistenti.
Che puzza! Se l’è fatta addosso…andiamo via.”
“Lasciami controllare se è morto!”
“Ma sì che è morto, andiamo via.” Strilló una donna con voce isterica. Li sentii allontanarsi. Solo allora ripresi la fuga.

Un latrato si levò a coprire il canto degli uccelli, il vento soffiò muovendo delicatamente le labbra. Qualcosa luccicò tra le pietre: raggi dorati accesero la strada fin dentro la mia tana.

Melania Corradini

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